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martedì 29 settembre 2015

This is hyggeligt! #3

25 settembre 2015
Una triste sensazione di solitudine mi assale quando sono sola in casa. Qui non è come in Italia, non si esce il pomeriggio, i ragazzi preferiscono stare a casa. Gli altri stranieri della mia città sono il mio unico rifugio per ora. Ogni momento passato in solitudine è una buona occasione per pensare. Pensare a tutto. Penso se questo weekend lo passerò a casa oppure faremo qualcosa.

9 dicembre 2014. Consegna fascicolo
per la candidatura al concorso.
Siamo a tavola. Ci si inizia a organizzare per il weekend che viene e i miei genitori mi dicono che questa domenica ci spostiamo a Billund (cittadina a pochi kilomentri dalla città in cui vivo). Poi arriva un'email inaspettata, ci comunicano che nel weekend di sabato e domenica ci sarà una visita a Copenhagen. 
Quasi non ci posso credere, uno dei miei desideri più grandi sta per avverarsi. Finalmente visito la città che tanto amo e per il quale ho scelto proprio la Danimarca. 
Al tempo della scelta c'erano tantissimi paesi tra cui scegliere e io decisi che avrei cercato paese per paese tutte le immagini che lo rigurdavano. Quando cercai "Danimarca" mi innamorai dell'atmosfera, degli edifici, delle aree verdi, dei dettagli di questo paese. Così decisi di inserirlo come prima scelta di destinazione. E ora eccomi qui. 



26 settembre 2015
Mi alzo molto presto per preparare tutto ciò che mi serve per questo breve soggiorno. La mia mamma mi dice "ecco a te le lenzuola e le asciugamani, devo darti una piccola valigia.... ah no dimenticavo che sei venuta con una valigia". Risate. - Ed è vero sono venuta qui con delle valigie e ora mi sembra quasi strano farne una all'interno del mio viaggio. A volte, durante la giornata, mi fermo a pensare a ciò che sto vivendo. Per esempio seduta nel divano a guardare la tv, non mi accorgo di fare azioni normalissime in una casa che non è la mia e in un altro paese. I miei host-parents me lo ripetono sempre che questa è casa mia: posso fare tutto ciò che mi sento di fare; non devo sentirmi un ospite ma un membro della famiglia a tutti gli effetti. Questo, sempre a testimoniare che non siamo qui in vacanza, ma che questa diventa la nostra vita.-
Sono un pò spaventata e nervosa per quello che troverò, per le persone che ci saranno perche nessun exchange del mio centro locale partecipa. Non so cosa aspettarmi e, come sempre ci hanno insegnato qui, non mi faccio illusioni.
Ma io sono così: nelle cose mi ci butto a capofitto. Tutto ciò che mi capita davanti lo prendo e lo metto nel mio bagaglio e non sto parlando di valigie ma di bagaglio culturale. Questo è ciò che ci porteremo in Italia al nostro ritorno.

Si parte, prendo il treno e dopo poche ore di viaggio l'altoparlante grida "the next station is Copenhagen central station". Siamo già arrivati. Piano, piano iniziano le presentazioni. Sembrano tutti molto simpatici e lo sono. Si inizia a parlare del più e del meno, dell'esperienza, della famigia, della scuola e a fine giornata diventiamo sempre più uniti.
Ti ritrovi a parlare spagnolo, inglese e italiano nello stesso momento. Si cammina tanto, ma non senti la fatica perchè parlare con loro e la bellezza della città ti distrae. Questi due giorni passano veloci, si rincontrano persone conosciute al camp iniziale e tu ti senti cittadina del mondo. Le tue amicizie nel mondo diventano sempre più numerose. 































Saluti e si torna a casa. 
Con un bagaglio culturale sempre più ricco e pieno di esperienze, amicizie, ma anche momenti difficili. E proprio da quelli impari di più. Sono stata fortunata, perchè di veri momenti difficili, ancora non ne ho avuti, ma ci saranno, è normale e io sarò pronta ad affrontali consapevole che intorno a me ci sono persone che non perederanno un secondo a starmi vicino. 
Si chiama casa e parlando con i genitori si pensa all'Italia.Ma non si tratta di nostalgia o tristezza, si tratta di orgoglio nel raccontare cosa mi sta accandendo e cosa sto vivendo qui. Ora non mi sento lontana da casa, ma mi sento nella mia seconda casa. Casa che farà per sempre parte della mia vita.






Tutte le splendide persone che hanno accompagnato questo breve viaggio.


domenica 27 settembre 2015

This is hyggeligt! #2

6 settembre 2015

Inizia la mia vita danese. I miei host-parents, così come vengono chiamati, mi fanno sentire subito a casa. Prendiamo un tè tutti insieme e mangiamo dolci tipici danesi. Io e le sorelle sembriamo amiche da una vita: parliamo del più e del meno iniziando con le domande sulla cultura, alle quali ci avevano tanto preparato.
La casa è accogliente, pulita e molto luminosa. Rispecchia a pieno le caratteristiche delle tipiche case danesi. Vetrate e finestre ovunque; mobili ordinati e moderni disposti con cura; luci studiate per dare una splendita atmosfera alla casa; pareti completamente bianche, per dare luce anche nei giorni più grigi. Mi sento già a casa.
E poi penso che dovrò vivere qui per i prossimi tre mesi e ne vado fiera. Non c'è più ansia, né agitazione... c'è solo felicità e curiosità per le settimane che mi attendono.






Non inizio subito scuola. La mia futura classe è in gita scolastica. Ciò significa che avrò ancora una settimana di tempo per ambientarmi per bene. Durante la settimana inizio a conoscere bene la famiglia e mi rendo conto di essere stata veramente molto fortunata a ricevere una famiglia come la loro. Sono gentili e disponibili, non ho paura di chiedere nulla, perchè so che per qualsiasi cosa posso contare su di loro. A fine prima settimana inizio a desiderare l'inizio della scuola perchè voglio farmi nuovi amici. Non devo aspettare molto, in un attimo arriva l'attesissimo primo giorno di scuola. Che nenache a farlo apposta coincide con il giorno dell'inizio della scuola in Italia. Il primo giorno va alla grande. I compagni e in particolare le compagne sono carinissimi con me, mi autano in tutto e traducono qualsiasi cosa mi capiti davanti, giusto per non farmi senire esclusa. Mi coninvolgono in ogni loro movimento. Non potevo desiderare miglior primo giorno di scuola.


Due settimane passano in fretta tra scuola, maneggio e uscite con altri exchange. Mi sento autonoma e responsabile di tutte le mie azioni. Come una danese che si rispetti, la bici diventa il mezzo per eccellenza per ogni spostamento. Adoro vedere che anche se la città è in collina la gente dal più piccolo al più anziano si muove in bicicletta. Nemmeno la pioggia li ferma. Avranno sempre un impermeabile pronto a renderli immuni dall'acqua.
Le uscite il pomeriggio sono caratterizzate da passeggiate per il centro della città sola o con altri exchange students. Tutti dell'America Latina: dettaglio che amo perchè con loro posso finalmente parlare spagnolo, giusto per non metterlo completamente da parte. Le mie sorelle in queste prime due settimane sono state preziose, sempre presenti. Non potevo veramente desiderare di meglio.

Giorno dopo giorno il legame con la famiglia si stringe sempre di più, diventa ormai quasi indissolubile. C'è divertimento, c'è fiducia, c'è dialogo, c'è tutto. 
Tutto passa troppo in fretta.

La mia giornata tipo inizia alle 6.30. Mi alzo, mi preparo, faccio colazione e alle 7.30 la mia vicina di casa Annette mi porta a scuola. Non appena ha saputo che sarei arrivata si è subito offerta di accompagnarmi tutti i giorni poichè lavora nella mia stessa scuola. Finite le lezioni prendo un bus e torno a casa. Il pomeriggio normalmente passo le mie giornate con le mie sorelle andando al maneggio con loro. A volte mi piace solamente restare a casa rilassandomi e poi portare fuori Lyra, il nostro cane. Non c'è cosa più rilassante di passeggiare nella foresta tranquilla e incontaminata, proprio dietro casa nostra, intorno al piccolo lago.
Un momento hygge, così come i danesi amano definire un momento piacevole e rilassante passato in tranquillità con se stessi o condiviso con qualcuno.




Piano piano mi rendo conto che il tempo passa troppo in fretta e che io non posso fare nulla per rallentarlo, ma solo godermi a pieno ogni singolo momento che questa bellissima esperienza mi sta regalando. Det er hyggeligt!





















venerdì 25 settembre 2015

This is hyggeligt #1

Ciao!
Mi presento. Mi chiamo Giorgia, vengo dalla Sicilia, sono attualmente in Danimarca e ci resterò per altri tre mesi. Sono una exchange student, adoro definirmi così. Solo chi lo è può realmente capire cosa significa. Exchange student significa lasciare la tua patria, le tue certezze, i tuoi cari, le tue abitudini, la tua lingua, la tua cultura, la tua vita quotidiana dirigendoti verso qualcosa inizialmente a te sconosciuto. Per quanto tu ti possa documentare sul paese di destinazione non sarai mai in grado di prepararti realmente a ciò che ti aspetta. 
Exchange non significa andare a farsi una vacanza prolungata ma significa avere una nuova vita. Completamente diversa o quasi a quella che avevi nel tuo paese.

Partiamo dall'inizio.
Giorno 3 settembre 2015 è la fatidica data di partenza. La data tanto sudata, l'unica data che vuoi sapere il giorno che vieni accettata alle selezioni. Quando arriva, realizzi davvero che la tua esperienza è sul punto di iniziare e non servono altre parole. Quella data è l'inizio della tua nuova vita. Sui gruppi whatsapp con gli altri exchange del tuo futuro paese si è tutti in fibrillazione. Si inizia a impostare il conto alla rovescia e quando vedi quel "35 days until Denmark!" ti sembra una cosa troppo lontana. Ti godi l'estate come l'ultima della tua vita. Viaggi, mare, amici, vacanze, famiglia, uscite, discoteca, feste.. troppe feste, non vedi l'ora di partire ma allo stesso tempo vuoi che quest'estate duri di più, giusto per approfittare delle splendite persone che hai intorno.
Poi sono "20 days until Denmark!" e li c'è lo screen pubblicato su Instagram perchè veramente inizi a realizzare che quella data si stà avvicinando piano piano. 
Poi "10 days until Denmark" e c'è l'esatazione di non vedere l'ora di conoscere i tuoi compagni di avventura, iniziano le prime affermazioni del tipo "una delle mie ultime pizze in Italia", "l'ultima festa con le mie amiche prima di partire" o "ultimacena con i parenti". 
"3 days until Denmark!" inizia il panico per la conclusione della valigia con i suoi miseri 20 kg, troppo pochi per un'esperienza ricca come la tua. E cercare di rincuorarsi sul fatto che "tanto le compagnie aree ci passano sopra". 
"1 day until Denmark!" ormai ci sei proprio dentro. E ripensi a quando il conto alla rovescia segnava "20 days" e sembrava una cosa tanto lontana e ora sei qui, disperata, cercando di chiudere la valigia buttandotici sopra e pronta per l'imminente partenza.























3 settembre 2015.

Data troppo difficile da dimenticare. Giornata dura, sveglia all'alba e partenza per Catania, nelle voci della tua famiglia c'è tristezza e felicità per questo evento, check-in e poi i saluti frenetici, ma colmi di sentimenti, prima di entrare ai controlli. Saluti in lontanaza, baci al vento e si parte. In un lampo mi trovo a Roma in mezzo a tanti cartellini colorati e tantissime altre magliette gialle, tanto odiate ma anche tanto amate. Io però fino all'ultimo non trovo altri cartellini rosa. Segni di altri exchange per la Danimarca. Ci si incontra e ci si presenta nella grande aula magna dove dopo un luunghissimo parlare si arriva al momento dei saluti e della vera preparazione. 

Poi le camere con persone sconosciute e anche lì capisci che inizia la tua esperienza interculturale, compagne di camera che diventano confidenti. E poi il giorno dopo si corre all'aereoporto, aerei troppo in ritardo, girando all'interno dell'aereoporto troppo fieri delle nostre magliette gialle e facendo giochi stupidi davanti a tutti senza vergogna. La scritta "Copenaghen, now boarding..." sul displey ti fa capire che ci siamo. Si decolla e lì capisci che stai lasciando il suolo italiano verso il tanto sudato suolo danese.










Caterina, Vittoria, Francesca, Marco (Piera) e Marina sono i nomi dei miei preziosi compagni di viaggio. 




E in un lampo... arrivati. Copenaghen.
Ti senti fiera del tuo host country. Un altro campo di preparazione ci aspetta. Ma questa volta è diverso. Siamo insieme a tantissime altre persone provenienti da paesi diversi. Apparentemente così distanti ma che si rivelano persone stupende, confidenti e sorelle. Ti ritrovi a parlare inglese constantemente. Si formano amicizie per la vita. Siamo tutti emozionati e pronti a prendere il treno per incontrare le nostre future famiglie. Ma ci intratteniamo in saluti e promesse di rivederci quanto prima. 
Il treno va troppo lento e tu sei troppo emozionata per riuscire a riposare. E attraversando in largo la Danimarca arrivo nello Jutland e poi la scritta "Kolding" mi ricorda che è il momento di scendere e conoscere la mia famiglia. Gli attimi prima che si aprono le porte del treno sono ricchi di emozioni. Forse troppo contrastanti l'una con l'altra. E in un lampo eccoli, proprio come li avevo immaginati. Sventolavano bandierine della Danimarca e gridavano il mio nome contenti quanto me. E poi foto e presentazioni anche se di presentazioni non c'era bisogno. Già da quel saluto capisco che sono stata fortunata ad averli come accompagnatori della mia esperienza. Torniamo a casa. E lì l'emozione che provo è chiara e forse troppo scontata: felicità.






 My host family