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venerdì 23 ottobre 2015

This is hyggeligt #7

Mi sveglio, è un sabato mattina ma non uno come tanti, oggi è ufficialmente il mio primo giorno di vacanza. Mid-October break lo chiamano. Proprio a metà del mese di Ottobre la scuola concede una pausa ai suoi alunni. Avendo poche vacanze estive, questi pochi giorni sono, per gli studenti danesi, un'occasione di svago. Il weekend passa veloce, nulla di particolare accade, si inizia a organizzare le gite e i viaggi della settimana.


Rainbow panorama, ARoS

Arriva lunedì e finalmente posso concedermi qualche oretta in più di sonno, non tante, perchè presto dobbiamo partire. Direzione Århus, seconda città per estensione in Danimarca, situata nella penisola dello Jylland, leggermente a nord, che si affaccia sulla costa est. La terza volta che mi reco in questa città ma ogni volta ha la capacità di piacermi sempre di piùIn essa famoso è il museo di ARoS, posizionato all'ingresso della città e famoso per il suo rainbow panorama (nella foto in alto). Un lungo corridoio circolare, contornato da vetri colorati che fanno sembrare tutto ciò che vedi di un'unico colore, sul tetto del museo dal quale puoi godere di una splendida vista della città


Ma fa anche la sua parte, nel patrimonio turistico della citta, "Den gamle by" (the old city). Un piccolo villaggio con edifici risalenti al 1600 o poco più. Un vero gioiello per la città.









Den gamle by













Poi il Moesgaard Museum, museo di recente costruzione (innaugurato nel febbraio 2015) costruito sul fianco di una collina in una delle parti più alte della città. Con al suo interno una bellissima mostra interattiva, per niente noiosa, della preistoria e dei primi anni di vita dell'uomo.
E infine, il bellissimo centro della città, ricco di negozi, centri commerciali e caffè. Luogo ideale per un pò di shopping.







La settimana scorre in fretta, giovedì la nostra meta è Legoland, Billund. Originalissimo parco a tema della LEGO, famosa azienza danese. Il nome deriva dall'unione delle parole danesi "legt godt" che significa "gioca bene". Primo parco di questo tipo a essere fondato nel mondo. Al suo interno colpisce la Miniland. Riproduzioni in miniatura di città completamente costruite con i mattoncini LEGO, come tutto ciò che troviamo all'interno.





















Miniatura di Copenhagen (Miniland)





















E infine Esbjerg, cittadina sulla costa ovest dello Jylland, in una tranquilla domenica, fa da cornice al mio incontro con Monique (dalla Nuova Zelanda).

La settimana trascorre veloce purtroppo e io approfitto di ogni singolo momento, come sono abituata a fare, per godermi al massimo questa esperienza. Sono grata alla mia famiglia ospitante per avermi fatto viaggiare e conoscere la Danimarca, come ha già fatto e come continuerà a fare.
Piano piano scopro ogni angolo di questo piccolo paese che ha però molto da offrire e che mi ha insegnato ad innamorarmi di ogni dettaglio, di ogni piccolo particolare perchè sono quelli che fanno la differenza. Jeg elsker Danmark!

Denne uge var hyggeligt!

sabato 10 ottobre 2015

This is hyggeligt #6

Sono una persona molto estroversa e solare. 

Sin dai miei primi giorni qui in Danimarca ho cercato di parlare con tutti e fare nuove amicizie. In particolare con i compagni, sembrava andare bene. Le prime settimane, infatti, con la classe c'era dialogo: si parlava, si scherzava, si stava insieme durante i break. Ora la leggenda de "i danesi sono molto riservati" si sta avverando. Non è più come prima, avere una conversazione con loro diventa difficile e se c'è, è perché io mi avvicino e inizio a fare delle domande. A volte sembra che vada tutto alla grande: ci sono giorni in cui mi sento un membro della classe, tutti mi parlano e scherziamo insieme, altri giorni sembra che io non esista.

E a volte nonostante io sia in classe con i miei compagni, mi sento come se in classe non ci fosse nessuno, solo io.

E se qualche tempo fa ti saresti arresa e avresti mollato, questa volta dici a te stessa di essere forte. Se qualche tempo fa ti saresti allontanata delusa perché "tanto non mi vogliono" ora pensi diversamente e sai che è un'altra cultura e che forse per loro funziona così. Ti ripeti di provarci e riprovarsi ancora e ancora una volta. E allora torni vicino a loro, con altre domande, cercando di parlare.

In questi momenti senti la mancanza della tua Italia, della tua Sicilia. Persone solari e calorose che ti accolgono sempre a braccia aperte come una di loro. E allora pensi alla tua classe, ai tuoi amici, alla tua città, alla tua famiglia. Tutto si ricollega alla tua patria e un senso di nostalgia ti assale. E sono questi i momenti in cui inizi a fare tante domande a te stessa e tu, da sola, non riesci a trovare le risposte.


Pensieri che ti fanno riportano alla mente tutte le tue scelte precedenti e attuali e allora devi mettere in pratica tutto ciò che ti hanno ripetuto per tanto tempo agli incontri di preparazione. Avere dei momenti "no" è normale, l'esperienza è fatta di alti e bassi e so che sto attraversando uno dei momenti giù rispetto al normale. "Questo è tutto normale" ti ripetono e ti ripeti perché, in fondo, lo sai ma è comunque difficile. Questi sono i momenti che ti fanno crescere, che ti fanno capire che le azioni che fai sono tue responsabilità e che anche nei momenti difficili devi imparare a cavartela senza avere mamma e papà accanto a te. E allora ringrazi tutte le persone che hai intorno perché ti sono state vicine anche in questo breve momento di tristezza. E pensi che non finirai mai di dire grazie ai tuoi genitori per questa esperienza, perché loro hanno reso tutto possibile. Perché loro hanno trasformato il tuo desiderio in realtà. 



Si supera tutto, ovviamente.

 Solo questione di tempo. Ma sai che ne uscirai più forte, più matura. Orgogliosa di aver superato anche questo. Questo piccolo momento di tristezza, che messo in confronto ai veri problemi non è assolutamente nulla, ma in quel preciso instante ti sembra enorme e più grande di te.




















lunedì 5 ottobre 2015

This is hyggeligt #5

ONE MONTH,EN MÅNED,UN MES,UN MOIS,UN MESE.

3 ottobre 2015

Sono le 9.30. Mi rigiro nel letto pensando che è sabato e che quindi è ufficialmente iniziato il weekend. Rimango a letto qualche minuto. 
Nel silenzio e nella pace delle mia stanza guardo fuori dalla finestra e al vedere flebili raggi solari che arrivano fino al mio letto capisco che potrebbe prospettarsi una bellissima giornata. 


No, non ho sbagliato. Potrebbe. In Danimarca non sai mai il tempo come si comporta. La mattina potrebbe esserci un "sole che spacca le pietre", ma è possibile che nel bel mezzo della giornata inizi a piovere. La pioggia fa parte della Danimarca. Tutti lo sanno e nessuno ci fa più caso. Quando ero ancora in Italia, parlando con la mia futura mamma danese, ricordo le sue parole: "quando arriverai, vedrai che i danesi parlano molto del tempo. Ne parlano molto perché non sanno mai cosa aspettarsi e, se esso riserva una bella giornata, ne saranno stupiti e condivideranno con tutti il loro pensiero". Ed è vero.




Realizzo poi che oggi è giorno 3, quello che tutti chiamano il numero perfetto, il numero che tanto mi piace, ha acquisito un significato più grande di quello che aveva per me. Significa che è un mese dalla mia partenza dall'Italia, un mese dal saluto con la mia famigia, un mese che non vedo la mia casa, un mese che non abbraccio le mie amiche, un mese che non mangio cibo cucinato da mia mamma, un mese che non vivo in Italia. Ma anche un mese dal mio primo incontro con la mia nuova famiglia, un mese nella mia Danimarca, un mese con le mie sorelle e con le mie compagne, un mese che vivo una vita stupenda. Il miglior mese della mia vita. Sono felice di aver trascorso un mese di vita danese, ma mi rattrista l'idea che ne mancano sempre meno al mio ritorno in Italia.









Decido di alzarmi, finalmente. Scendo in cucina e faccio colazione insieme con tutta la famiglia. Mi preparo perché, nel giro di poche ore, Clau, una mia amica spagnola, arriverà qui a Kolding per passare insieme il weekend. Vedendo la mia mamma in preda alla stanchezza per via delle pulizie di casa, decido di rendermi utile. Lei ne è molto grata e così la mia mattinata passa veloce. Arriva la mia amica, facciamo un giro in centro e la sera, tornate a casa e dopo aver cenato, la nostra serata è caratterizzata da un momento molto hyggeligt. Tutta la famiglia riunita e Clau, giocando a un gioco da tavolo danese molto divertente. Era un gioco dove dovevi conoscere veramente i giocatori avversari per poter rispondere correttamente e mi sono stupita quando la mia famiglia conosceva molti lati di me, tanti quanti o anche più di quelli che conoscevo io di loro. Sono parecchie le volte, durante la serata, nelle quali mi fermo a pensare a godermi questo momento. E lo faccio, ne colgo ogni minimo particolare: l'occhiatina a mia sorella per cercare di barare, la mamma che sbaglia solo per far vincere la sorella più piccola e la mia famiglia che interrompe il gioco più volte per insegnarci nuove e utili parole danesi. 
La domenica si prospetta una giornata molto intensa per la mia famiglia. Si svegliano presto perché hanno un'importante impegno che occuperà quasi tutta la giornata. Ma non ci metto molto a capire che lo sarà anche per me. Perché arrivate all'enorme centro commerciale della città, i nostri piedi non smettono di camminare nemmeno un secondo.





 




















Arrivati a casa la sera dopo aver salutato Clau, pronta per il ritorno, la mamma mi dice che andremo a cenare a casa dei vicini. Sono molto felice per questo perché non vedo l'ora di conoscerli. Pure loro stanno ospitando un exchange student. Un ragazzo del Messico e la loro figlia è stata anche lei un exchange in Italia due anni fa.
Mi dicono di parlare italiano con lei cosicché possa praticarlo e mi sorprendo di fronte al suo modo fluente di parlare, nonostante lei sia tornata da ormai due anni e non abbia potuto parlarlo con nessuno dopo il rientro. 
La serata scorre veloce e mi ritrovo a parlare italiano, inglese e qualche cosa in danese nello stesso momento.

Si torna a casa e la stanchezza bussa alla porta della mia testa. Sono soddisfatta del bel weekend e so di dovermi preparare a un'altra settimana di scuola. L'ultima, prima del mid-October break. Così lo chiamano. E vado a letto felice, perché non potevo "celebrare" in maniera migliore il mio primo mese di vita danese.



giovedì 1 ottobre 2015

This is hyggeligt #4 EXCHANGE STUDENTS

Mi sento sempre più fiera di essere una exchange student. Udvekslingsstuderende in danese (vi sfido a pronunciarlo correttamente). Ne parlai nel primo post, ma sento veramente il bisogno di fare un post dedicato. Non ci si diventa per caso. Quando esce il bando di concorso non sai veramente a cosa stai andando incontro. Compili qull'enorme fascicolo che sembra non finire più. Sei preoccupata per la scelta del programma e dei paesi. Non sai se, quelle che hai fatto, sono scelte giuste o sbagliate. La data dell'inizio dei vari programmi è troppo lontana. Un momento di raccoglimento per la tua famiglia nel discutere insieme la scelta dei paesi. Si è in disaccordo e tu cerchi di convincerli con tutte le tue forze che quella che stai facendo, non è una scelta presa per caso, ma che alla fine di questa esperienza sarai un'altra persona. Diversa e più matura a quella che avevano lasciato. 
Si consegna il fascicolo nel mese di dicembre. 
Quando, a febbraio circa, apri la casella di posta e leggi "risultato commissione Intercultura" e poi la lettera a casa. Non riesci a non gridare per la felicità. Quella piccola e misera tabellina con scritto "status: vincitore" a fine pagina ha il potere di cambiare completamente la giornata, di farti chiamare tutti gli altri ragazzi del tuo centro locale per sapere il loro risultato,  di farti abbracciare chiunque, ha il potere di farti inviare messaggi vocali, al quanto compromettenti, con tonalità di voce e ultrasuoni mai sentiti uscire dalla tua bocca, a tutte le chat di tuoi amici su whatsapp. 

Da lì, i mesi seguenti sono tranquilli, iniziano le preparazioni e poi l'unica email che si aspetta è quella della convocazione che arriva troppo tardi per prenotare un volo economico dalla Sicilia verso Roma, luogo dell'incontro pre-partenza.
E poi la tanto aspettata email di abbinamento alla famiglia. 

Queste sono più o meno tutte le procedure e i passi fondamentali per uno studente in partenza.



Provo invidia per tutti i ragazzi che nei prossimi anni faranno questa esperienza. Perchè vorrei poterla ripetere più e più volte. Sai di avere una casa in Belgio, in Spagna, ma anche in Chile, in Argentina, in Messico, in Thailandia. E una ancora più grande in Nuova Zelanda. E per casa, non intendo solamente l'edificio, ma intendo tutti i cuori aperti a te e alla tua personalità. Ma tutti loro hanno una casa in Sicilia. Perchè saranno sempre pezzi del mio cuore e della mia vita.

Exchange student significa anche aiutarsi l'uno con l'altro nei momenti difficili. Qualsiasi pensiero, dubbio o domanda io abbia so che, mandando un semplicissimo messaggio, ci sarà sempre qualcuno, vicino o lontano pronto ad aiutarmi. Si vive tutto insieme: paure, cambiamenti, felicità, speranze, aspettative, certezze e i loro problemi, le loro emozioni diventano anche un pò tuoi. 
Exchange student è Chiara, ex exchange in Danimarca, che prima di partire ci prepara, per quanto può, a ciò che andremo a vivere; è Manuela che, incontrata a uno dei campi di preparazione in Italia, diventa un'amica per la vita; è Caterina, con la quale ogni giorno ci sentiamo e parliamo delle nostre avventure e disavvenure, con i suoi problemi e incertezze che diventano anche miei; è Clau (Spagna) e Janne (Belgio) che, nonostante siamo state solo due giorni insieme a Copenhagen, non perdiamo occasione per ritrovarci più e più volte anche in luoghi impensabili, è Claudia che, seppur compagna di stanza solo per una notte a Roma prima di partire, diventa la tua confidente; sono Darylin e Carla che, conosciute tramite Facebook solo perchè non conoscevo ancora nessuno della mia città, diventano compagne di shopping, risate e di lunghe chiacchierate in spagnolo; sono Colin (USA), Sebastién (Chile), Monique (Nuova Zelanda), Fia (Messico), Aurora e Riccardo (Italia) e Pumipat (Thailandia), che in due giorni di "gita" diventano persone fondamentali per la tua esperienza e compagni di viaggio; sono i gruppi di Whatsapp che, sin dai primi risultati delle selezioni, diventano un luogo di ritrovo e di rifugio, di amicizie e di compagnia per tutti; e, infine, è il gruppo AFS Italia 2015/16 che trovato quasi per caso diventa una famiglia. Una famiglia formata da membri che non si conoscono fisicamente ma che in realtà sono legati l'uno con l'altro; gruppo dove non c'è vergogna di condividere i propri anedoti; gruppo dove, per qualsiasi domanda, ci sarà sempre qualcuno a risponderti; gruppo dove gli hashtags #anchequestoèintercultura #nelmiopaesevorrei sono alla base. Sono fiera di loro, di noi. 

Clau (Spagna), Haderslev
Questo è solo l'inizio di una lunga serie di amicizie internazionali e se questo è solo l'inizio non riesco a immaginare la fine. Grazie per tutto questo, Intercultura. Te ne sarò grata a vita. Thank you exchanges from all over the world. Love you all.

Darylin (Chile) e Carla (Argentina), Kolding



Anna e Janne (Belgio), Copenhagen
Monique (Nuova Zelanda), Copenhagen

La mia bella Janne dal Belgio, Copenhagen