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venerdì 25 settembre 2015

This is hyggeligt #1

Ciao!
Mi presento. Mi chiamo Giorgia, vengo dalla Sicilia, sono attualmente in Danimarca e ci resterò per altri tre mesi. Sono una exchange student, adoro definirmi così. Solo chi lo è può realmente capire cosa significa. Exchange student significa lasciare la tua patria, le tue certezze, i tuoi cari, le tue abitudini, la tua lingua, la tua cultura, la tua vita quotidiana dirigendoti verso qualcosa inizialmente a te sconosciuto. Per quanto tu ti possa documentare sul paese di destinazione non sarai mai in grado di prepararti realmente a ciò che ti aspetta. 
Exchange non significa andare a farsi una vacanza prolungata ma significa avere una nuova vita. Completamente diversa o quasi a quella che avevi nel tuo paese.

Partiamo dall'inizio.
Giorno 3 settembre 2015 è la fatidica data di partenza. La data tanto sudata, l'unica data che vuoi sapere il giorno che vieni accettata alle selezioni. Quando arriva, realizzi davvero che la tua esperienza è sul punto di iniziare e non servono altre parole. Quella data è l'inizio della tua nuova vita. Sui gruppi whatsapp con gli altri exchange del tuo futuro paese si è tutti in fibrillazione. Si inizia a impostare il conto alla rovescia e quando vedi quel "35 days until Denmark!" ti sembra una cosa troppo lontana. Ti godi l'estate come l'ultima della tua vita. Viaggi, mare, amici, vacanze, famiglia, uscite, discoteca, feste.. troppe feste, non vedi l'ora di partire ma allo stesso tempo vuoi che quest'estate duri di più, giusto per approfittare delle splendite persone che hai intorno.
Poi sono "20 days until Denmark!" e li c'è lo screen pubblicato su Instagram perchè veramente inizi a realizzare che quella data si stà avvicinando piano piano. 
Poi "10 days until Denmark" e c'è l'esatazione di non vedere l'ora di conoscere i tuoi compagni di avventura, iniziano le prime affermazioni del tipo "una delle mie ultime pizze in Italia", "l'ultima festa con le mie amiche prima di partire" o "ultimacena con i parenti". 
"3 days until Denmark!" inizia il panico per la conclusione della valigia con i suoi miseri 20 kg, troppo pochi per un'esperienza ricca come la tua. E cercare di rincuorarsi sul fatto che "tanto le compagnie aree ci passano sopra". 
"1 day until Denmark!" ormai ci sei proprio dentro. E ripensi a quando il conto alla rovescia segnava "20 days" e sembrava una cosa tanto lontana e ora sei qui, disperata, cercando di chiudere la valigia buttandotici sopra e pronta per l'imminente partenza.























3 settembre 2015.

Data troppo difficile da dimenticare. Giornata dura, sveglia all'alba e partenza per Catania, nelle voci della tua famiglia c'è tristezza e felicità per questo evento, check-in e poi i saluti frenetici, ma colmi di sentimenti, prima di entrare ai controlli. Saluti in lontanaza, baci al vento e si parte. In un lampo mi trovo a Roma in mezzo a tanti cartellini colorati e tantissime altre magliette gialle, tanto odiate ma anche tanto amate. Io però fino all'ultimo non trovo altri cartellini rosa. Segni di altri exchange per la Danimarca. Ci si incontra e ci si presenta nella grande aula magna dove dopo un luunghissimo parlare si arriva al momento dei saluti e della vera preparazione. 

Poi le camere con persone sconosciute e anche lì capisci che inizia la tua esperienza interculturale, compagne di camera che diventano confidenti. E poi il giorno dopo si corre all'aereoporto, aerei troppo in ritardo, girando all'interno dell'aereoporto troppo fieri delle nostre magliette gialle e facendo giochi stupidi davanti a tutti senza vergogna. La scritta "Copenaghen, now boarding..." sul displey ti fa capire che ci siamo. Si decolla e lì capisci che stai lasciando il suolo italiano verso il tanto sudato suolo danese.










Caterina, Vittoria, Francesca, Marco (Piera) e Marina sono i nomi dei miei preziosi compagni di viaggio. 




E in un lampo... arrivati. Copenaghen.
Ti senti fiera del tuo host country. Un altro campo di preparazione ci aspetta. Ma questa volta è diverso. Siamo insieme a tantissime altre persone provenienti da paesi diversi. Apparentemente così distanti ma che si rivelano persone stupende, confidenti e sorelle. Ti ritrovi a parlare inglese constantemente. Si formano amicizie per la vita. Siamo tutti emozionati e pronti a prendere il treno per incontrare le nostre future famiglie. Ma ci intratteniamo in saluti e promesse di rivederci quanto prima. 
Il treno va troppo lento e tu sei troppo emozionata per riuscire a riposare. E attraversando in largo la Danimarca arrivo nello Jutland e poi la scritta "Kolding" mi ricorda che è il momento di scendere e conoscere la mia famiglia. Gli attimi prima che si aprono le porte del treno sono ricchi di emozioni. Forse troppo contrastanti l'una con l'altra. E in un lampo eccoli, proprio come li avevo immaginati. Sventolavano bandierine della Danimarca e gridavano il mio nome contenti quanto me. E poi foto e presentazioni anche se di presentazioni non c'era bisogno. Già da quel saluto capisco che sono stata fortunata ad averli come accompagnatori della mia esperienza. Torniamo a casa. E lì l'emozione che provo è chiara e forse troppo scontata: felicità.






 My host family








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